“Unveiling” (legno di larice 68x80x15 cm), è la rivelazione di un istante incomunicabile.
L’ispirazione di quest’opera è il linguaggio poetico e la sua capacità di creare epifanie attraverso il dato sensibile del suono della voce e i mondi che attraverso di essa si schiudono.
Lo svelamento non risiede allora nel testo, ma è sotto, al di là di esso, è la manifestazione di ciò che di quel testo è stata l’origine.
Anche quest’opera in realtà non svela niente, ci racconta però che a volte quel velo può essere sollevato da chi è in grado di sbirciarvi sotto, nonostante questa rivelazione non possa mai essere comunicata, ma solo suggerita attraverso l’arte.
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It is the revelation of an incommunicable instant.
The inspiration of this work is the poetic language and its ability to create epiphanies through the sensitive data of the sound of the voice and the worlds that open up through it.
The revelation does not lie then in the text, but it is below, beyond it, it is the manifestation of what the origin of the text was.
Even this work does not really reveal anything, but tells us that sometimes that veil can be raised by those who can peek under, despite this revelation can never be communicated, but only suggested through art.
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale, Ossi di Seppia